#losapeviche la rubrica che ti sviscera le curiosità su Diablo IV. Oggi parliamo di occhi!
Forse non tutti avranno fatto caso che nel quarto capitolo di quel mattacchione del Signore del Terrore, Lilith che fa la sua magistrale comparsa nel trailer presentato alla passata Blizzcon presenta gli occhi di due colori differenti: grigio e blu.
Questo dettaglio si chiama Eterocromia (l’eterocromia è la caratteristica somatica di quegli individui che presentano differente colorazione di due parti del corpo omologhe).
Nella mitologia cristiana medievale, l’eterocromia era una caratteristica di Satana stesso ed era considerata uno dei segni caratteristici di una strega.
In certe culture dei nativi americani, l’eterocromia è nominata come “occhi di spettro”, ed è ritenuta dare al suo possessore una doppia vista, sia sull’aldilà che sulla terra (sebbene questa condizione sia primariamente attribuita ai cani).
Le culture pagane dell’Europa occidentale hanno considerato l’eterocromia un segno che l’occhio del neonato fosse stato “strappato” via da una strega.
La visione artistica di Diablo IV è stata costruita seguendo diverse direttive: “ritornare nell’oscurità”, “riabbracciare la tradizione” e quello che il team di disegnatori chiama “ricordare gli antichi maestri”, che significa cercare di far sembrare ogni parte del gioco come dipinta da artisti venerati come Rembrandt o Ilya Repin.
Durante la ricerca di luci e superfici, l’ispirazione principale viene da antichi dipinti non da altri videogiochi contemporanei, con l’obiettivo di interpretare il mondo di Diablo come un pittore medievale e non come un fotografo.
Così come la scena finale del trailer, dove Rathma inginocchiato presenzia l’annunciazione di Lilith.