Si è conclusa la prima Alfa Tecnica di Diablo 2: Resurrected, dopo aver calcato nuovamente i sentieri di Sanctuarium abbiamo raccolto le nostre impressioni su questa quattro giorni di test.
Ricordo di uno stress-test
Quando ho creato il mio primo personaggio sull’Alfa Tecnica di Diablo 2: Resurrected, il mio pensiero è andato per un istante alla prima volta che avevo provato la medesima sensazione. Bisogna fare un salto indietro nel tempo, perché parliamo del 26-28 maggio 2000 al Palatenda di Firenze, dove ebbe luogo uno dei primi e più grandi eventi italiani legati ai videogiochi. Parlo del primo ItaLiAN Party evento più unico che raro, organizzato al tempo da ANVI e NGI e Leader.
A molti questi nomi non diranno assolutamente nulla, ad altri probabilmente faranno scendere una lacrimuccia.
In quel periodo si era da poco conclusa l’Alfa Tecnica di Diablo II, ed era partito invece lo Stress Test. Avevo registrato per l’occasione circa cinquanta account di posta elettronica e mi ero iscritto con tutti inserendo nel modulo di iscrizione Blizzard veri indirizzi di residenza americani; perché dovete sapere che il test era riservato SOLO al mercato americano e io non potevo certo farmi scappare questa possibilità, dico male?
Avviare per la prima volta il gioco nei panni del barbaro e rivivere nuovamente Sanctuarium con una veste nuova fu un’emozione che non scorderò mai più.
Non vi nascondo che per un momento mi venne quasi da piangere dall’emozione, ma forse fu più la tensione di quei giorni che il gioco in sé.
Forse perché seguivo e scrivevo su Diablo già dal 1998 per un sito chiamato Project Zero (associato ad ANVI) e sapevo tutto lo scibile sul seguito ma sperimentare Diablo II nei fugaci momenti in cui i server funzionavano fu strepitoso e da subito mi colpì la profondità del secondo capitolo della saga di Diablo, la cura per i dettagli, la bellezza dei movimenti, la qualità grafica nettamente superiore.
Il 29 giugno 2000 Diablo II venne ufficialmente rilasciato e tutte le aspettative dei test vennero mantenute ed amplificate, anche se con qualche piccolo intoppo rapidamente corretto nel tempo e notevolmente migliorato con LoD.
Vent’anni dopo
Capite ora la mia emozione nel provare l’alfa tecnica, nello scorrere con l’occhio la barra di installazione, avviare il gioco e ritrovarmi nella schermata di creazione del personaggio.
Ma ancora, mentre mi accingo a cliccare sul campo per impostare il nome del PG, i miei pensieri tornano indietro di qualche mese, precisamente al giorno del mio compleanno, il 20 febbraio 2021 data in cui è stata ufficializzata l’esistenza di Diablo 2: Resurrected.
Ridare vita a questo gioco è stata una vera impresa. In molti forum ho letto innumerevoli commenti legati al prezzo eccessivo, al fatto che fosse solamente una Remastered e non un remake. Tutti pronti a ergersi a difensori del gioco originale “e guai a voi se lo rovinate!” e ancora “Diablo 2 non si tocca!“.
Non oso immaginare la pressione che deve aver avuto il team di Vicarious Visions, ora riassorbito dentro Blizzard, nell’approcciarsi a questo lavoro.
Ma già dalle prime immagini, dai video di gameplay e dal principio che ha spinto lo studio a mantenere vivo il senso originale del gioco senza snaturarne i motivi per cui sia così osannato e seguito nonostante siano passati più di venti lunghi anni, mi hanno fatto capire che erano sulla giusta strada.
Questi ragazzi non sono degli sprovveduti. Sanno il fatto loro e lo hanno pienamente dimostrato.
Quindi annuisco, confermo il nome e procedo…
Diablo 2: Resurrected è un gioiello di rara bellezza. Perché la base di partenza è ovviamente uno dei migliori titoli Action RPG mai prodotti.
Senza troppi giri di parole è come giocare a Diablo II, con la grafica di oggi, ma con la stessa cura per i dettagli che porrebbe un restauratore nell’approcciarsi a un affresco di inestimabile valore.
Ho letto innumerevoli volte nei vari forum “fatelo uguale al 2 ma con la grafica più bella e sarò contento” così come “questo gioco è già perfetto così, non capisco come si possa migliorare“. Beh posso dirvi che entrambe queste richieste sono state confermate. Il gioco è di una bellezza disarmante, perché non solo la grafica è stata rifatta, ma l’attenzione con cui sono stati ritoccati gli scenari e ogni più piccolo particolare ti lascia semplicemente ammaliato.
Premere il tasto per alternare i motori di gioco e ritornare all’originale fa capire in maniera lampante questo concetto.
I dettagli sono esattamente quello che colpisce maggiormente l’attenzione, soprattutto per chi conosce bene Diablo II come le proprie tasche.
I personaggi ora rivivono e hanno non solo un corpo ma anche un volto!
Abbiamo passato innumerevoli ore a zoomare (sì, ora si può zoomare) per cogliere le differenze, ci siamo ritrovati ad esclamare: “hey ma quello è un salame!” e “ma quelle sono delle padelle?” e ancora “ma quindi aveva una pozione in mano??“. Più volte ci siamo interrogati se ci fossero cose in più o in meno, ma il gioco sembra aver ripreso vita. Se Diablo II aveva spinto all’estremo quello che Diablo aveva abbozzato, Diablo 2: Resurrected ha ridato gloria al gioco.
Perché ora potete giocarlo sui vostri monitor alla massima risoluzione senza problemi e lasciarvi trasportare nel gioco come mai prima d’ora e potete pure giocarci con il joypad (cosa che per molti giocatori PC rappresenta una forte idiosincrasia ma visto che il titolo sarà disponibile anche per console hanno ben pensato di includere la stessa opzione anche per PC).
Tutto quello che dovete fare è collegare il controller a una porta USB e premere un qualsiasi pulsante. Il gioco passerà dall’interfaccia del PC a quella del controller in 1 secondo. Premete in qualsiasi punto dello schermo con il vostro mouse e il gioco tornerà all’interfaccia PC.
Questo dettaglio mi ha subito fatto pensare che Diablo II è sempre stato pensato per essere giocato anche con un moderno controller: Blizzard North era veramente in anticipo sui tempi.
Diablo II: Resurrected è la vera Remastered che il titolo meritava. Dimenticatevi quel brutto ricordo legato a Warcraft III: Reforged, qui siamo decisamente su un livello differente.
La grafica ha beneficiato ovviamente del moderno sistema di riflessione e di illuminazione, tanto che in certi momenti vi ritroverete imbambolati ad ammirare il gioco di luci attraverso le sbarre o il modo in cui le ombre riprendono il dominio dello schermo dopo aver lanciato decine di incantesimi; il gioco è quasi più oscuro dell’originale e il pericolo che si nasconde dietro l’angolo vi farà lanciare più di un improperio oltre che tonnellate di incantesimi.
Il tutto si svolge magnificamente e dopo pochi minuti sarete già completamente immersi nel gioco dimenticandovi che sia una remastered, ma godendo appieno del lavoro svolto.
Anche le nuove implementazioni per il famoso concetto di Quality of Life sono decisamente gradite e in ogni caso disabilitabili. Mi riferisco ad esempio all’auto loot dell’oro, semplicemente passandoci sopra o allo Stash condiviso giusto per citare i principali. Su questo aspetto in particolare mi sono preso il tempo di rifletterci e sono arrivato a questa conclusione: credo che nel 2021 sia arrivato il momento di dare la possibilità, a chi vuole, di beneficiare di alcune modifiche mantenendo però la possibilità di disabilitarle.
Sei un purista ortodosso e per te l’esperienza originale è la sola e unica? Nessun problema, disabilita tutto e sarà Diablo II con la nuova grafica.
Vuoi godere di alcune semplificazioni? Un paio di click e avrai a disposizione i nuovi accorgimenti. Sempre con la possibilità di scegliere quali abilitare.
Non mi ha per nulla stupito infatti che molti giocatori fossero favorevoli a questi cambiamenti, come ha ampliamente dimostrato il sondaggione proposta da un utente reddit. In questo senso spero davvero che il team di D2R prenda una decisione volta a dare a tutti il beneficio di poter godere del gioco nel modo in cui si preferisce.
Capisco e sono consapevole della logica che lega la dimensione dell’inventario alle dinamiche del gioco, ma preferirei passare più tempo a giocare che a mettere in ordine l’inventario e fare spola via TP per creare spazio o magari poter impilare le pozioni, giusto per dirne qualcuna. E non venitemi a dire che fare TP ogni dieci minuti è incredibilmente nostalgico perché vi sguinzaglio addosso il Butcher e chiudo tutte le porte a doppia mandata.
Questo chiaramente comporterebbe dei problemi con la modalità classificata, dirà qualcuno, ma nulla vieta di creare più tipologie di modalità classificata e far presente al giocatore che creare un personaggio per quella modalità lo costringe a determinate impostazioni.
I puntini sulle “i”: difetti e bug
A parte i primi venti/trenta minuti all’avvio dell’Alfa Tecnica (impossibilità di login/creazione PG prontamente risolti), devo dire che i problemi, nonostante stiamo parlando di una versione non definitiva del gioco, sono pochi.
Principalmente il caricamento delle sezioni (quando esce la porticina con il Wanderer e lentamente la luce innonda la scena) è un po’ troppo lungo e in certi casi crea non pochi problemi ai personaggi che finiscono per essere in gioco prima del caricamento effettivo dell’interfaccia con conseguente danno e a volte morte visto che i mostri non stanno certo lì ad aspettare i vostri comodi.
Se per un personaggio normale questo rappresenta un momento di noia e fastidio, per un personaggio HC rappresenta tutto.
A parte questo, abbiamo notato alcuni glitch grafici e poco altro. Il gioco per quello che abbiamo avuto modo di provare è tecnicamente pronto a mostrarsi con il suo vestito nuovo e ve lo garantisco vi piacerà. Il team di D2R sta continuando a lavorare sia per completare il gioco che per risolvere i bug segnalati durante la prima alfa tecnica mentre il team grafico sta ultimando il remaster frame by frame delle cinematiche.
Ci sarà almeno un’altra alfa tecnica, questa volta multiplayer prima del rilascio e perché no, speriamo anche uno stress-test per mettere sotto torchio i server di battle.net
Noi non vediamo l’ora di giocarci e voi?